20 Gennaio 2008 - Lago Sirio

 

 


 

 

 

 

 


All'orizzonte le montagne innevate fanno da cornice ad un cielo limpido; vista la bella giornata dico a mio figlio di venire con il cane per farlo correre un po' sulle sponde del lago.
Non c'è una nuvola in giro, solo un po' di foschia in fondo alla piana di Loranzè, ma a Pavone ....... la nebbia gli irti colli piovigginando sale e non ci molla più. Arrivo al lago Sirio perchè conosco bene la strada, sul luogo dell'appuntamento nessuno. Caos, il mio cane, scende e dopo una rapida pipì risale in macchina e si butta sul sedile al caldo, cane si fesso no. Non faccio tempo a pensare di ritornare a casa, (tanto con questo tempo chi vuoi che si muova?) che dalla nebbia spunta una macchina, è Etos, anche lui poco convinto. Aspettiamo l'Etilo Divers Marco, l'ospite d'onore, che guidato da un infallibile navigatore appare misticamente dalla nebbia; non ci sono più scuse, l'immersione sa da fare. Io trovo una seconda scusa: ho dimenticato il jaket, ma la compagna di Etos si offre gentilmente di andare a prendermene uno, tanto abita li vicino, non posso rifiutare, ne va del mio onore vejacricchiano.
Ci prepariamo facendo bene attenzione a non passare sotto gli alberi ricoperti da copiosa brina e portiamo le attrezzature sul pontile che, sebbene lungo solo una ventina di metri, si perde nella nebbia lacustre.
Ultimi controlli prima del tuffo: temperatura esterna prossima allo zero, acqua più o meno sui 6 °C.
Tra gli alberi della riva, Nessy, sceso dalla Scozia nella speranza di svernare al caldo, col cappello di lana calato sulle orecchie, guanti e sciarpa ci guarda con sufficienza e ci compatisce; anatre e cigni, con i fendinebbia accesi, incuriositi si avvicinano pigramente e in lontananza si sente la sirena da nebbia del Titanic.
Ci buttiamo prima che la superficie del lago si ghiacci: finalmente al caldo! Marco ed io seguiamo Etos che a capo fitto si infila in un'acqua color inchiostro, una macchia più chiara siamo sulla prima 500, cambiamo direzione ecco la seconda 500, altro percoro in notturna ed ecco l'Alfa, si ritorna, ecco la paretina di roccia. Si riemerge dopo una quarantina di minuti ed aver toccato i – 33, ho l'avanbraccio sinistro insensibile .... embolia ??? .... no freddo a causa del polsino della muta bucato!
Ci rivestiamo velocemente, riponiamo le attrezzature, ci salutiamo con la promessa di rifare il Sirio in condizioni migliori ed anche se mi sono perso la seconda parte a base di fagioli grassi, polenta e merluzzo e buon vino in clima carnascialesco, in quel di Ivrea, è stata un'immersione che non si dimentica grazie anche ad amici con la a maiuscola.

Gianni (ratavuloira)

P.S. Da come Etos ha condotto l'immersione sicuramente aveva fatto colazione punciando un Tom Tom, al posto dei biscotti, nel caffè latte.